Risanamento murature da umidità

Murature, coperture e terrazzi, facciate murarie, cantine e locali interrati. Sono davvero tanti i luoghi dove l’umidità può formarsi e dare origine a guasti edilizi di diversa natura anche gravi. Se poi si pensa che la gran parte del patrimonio immobiliare nel nostro Paese ha più di 30-40 anni, si comprende immediatamente come il recupero del costruito e la sua tutela siano un tema chiave per il settore delle costruzioni.

 

 

Uomo, ambiente confinato e salute sono considerati realtà interdipendenti nell’immaginario collettivo. Già dagli anni ’70 medici e ricercatori hanno lavorato assiduamente per comprendere la relazione tra diverse sintomatologie degli individui e la loro presenza all’interno degli edifici.

 

Nel 1977, la 30a Assemblea Mondiale della Sanità, ha decretato che una serie di disturbi e malattie (dalle semplici irritazioni e dermatiti alle affezioni di asma invalidate e neoplasie) del cittadino sono riconducibili agli ambienti confinati, colpa anche dell’architettura contemporanea: infatti, in molti edifici costruiti nel dopo-guerra sono presenti materiali nocivi, e l’amianto è solo un esempio; così come nelle nuove costruzioni o in edifici ristrutturati di recente, l’uso inconsapevole di materiali insalubri e prodotti chimici, associati alla scarsa ventilazione per il contenimento energetico oltre la ridotta traspirabilità dei materiali messi in opera, fanno sì che le costruzioni non sia un’oasi di benessere e comfort, ma una trappola per la salute.

 

Una delle problematiche che sempre più spesso ci viene chiesto di risolvere è causata da uno dei nemici più agguerriti della “salute” delle case, ovvero la formazione dell’umidità nei muri, della condensa e delle muffe nelle abitazioni. L'umidità, infatti, è in assoluto la prima causa di degrado degli edifici e,  secondo studi recenti, risulta responsabile dell'80% dei danni che questi subiscono nel tempo; danni provocati dalle più frequenti cause di umidità (di risalita, da condensazione, da assorbimento igroscopico, da contatto con il terreno, ecc.).

 

Muffa in casa: le cause

La causa principale della diffusione della muffa è l’umidità: la muffa non potrebbe esistere né insediarsi in un ambiente, se questo è asciutto.

 

Il periodo principale per il manifestarsi di questi fenomeni negli ambienti confinati, comincia durante i mesi invernali; è proprio in quel periodo che l’umidità all’interno di un immobile raggiunge i picchi estremi dovuti alle differenze di temperatura tra l’interno e l’esterno. Questi sbalzi di temperatura, generano dei punti di condensa che aiutano il depositarsi di goccioline di acqua sulle murature. Il vapore acqueo contenuto naturalmente nell’aria, il riscaldamento ambientale e un’elevata umidità relativa, possono abbassare di colpo il punto di rugiada e condensare molta acqua dell’umidità ambientale nei punti più freddi delle murature.

Dopo svariate ricerche si può affermare che è stata la “zona di benessere” relativa all’aria nell’immobile occupato; il corpo umano trova il giusto equilibrio quando nell’ambiente in cui vive o soggiorna le condizioni termoigrometriche assumono valori entro questi intervalli:

 

 Condizioni Ambiente  Estate  Inverno
 Ta  24 ÷ 26 °C  18 ÷ 22 °C
 φ  40 ÷ 60 %  40 ÷ 60 %

 

Muffe in casa: come evitarle

Bisognerà cercare di mettere in atto dei piccoli accorgimenti che potranno evitare il propagarsi delle muffe ovvero:

  • evitare di riscaldare troppo gli ambienti;
  • ventilare il più possibile, aprendo porte e finestre più volte durante la giornata;
  • staccare gli arredi di qualche centimetro dai muri, per consentire la maggiore ventilazione;
  • togliere tappeti, tende ecc., o quantomeno lavarli frequentemente;
  • eliminare la carta da parati dalle pareti “umide”.

Bisogna sempre ricordare che le muffe trovano il loro ambiente ideale per attecchire e proliferare quando esistono temperature alte all’interno dell’immobile, poca luce, umidità e/o acqua e presenza di spore.

Fatte queste precisazioni, è bene tener presente che il benessere ambientale ed il comfort, all’interno di un immobile, derivano prima di tutto dal corretto equilibrio tra ventilazione, temperatura ed umidità oltre ad un corretto isolamento termico. La normativa stabilisce che l’umidità relativa in un fabbricato a uso abitativo deve essere compresa tra il 40% ed il 60% e nel momento in cui questo limite viene superato, ecco che cominciano ad insorgere le muffe ed i microrganismi sulle pareti.

 

La presenza di ponti termici

Le cause più comuni per il propagarsi della muffa sono la presenza di ponti termici, difetti nella posa in opera di coibentazione, infiltrazioni acqua piovana, risalita dal terreno, condensa e umidità dell’aria, scarsa traspirabilità delle pareti, errate abitudini di riscaldamento e scarsa ventilazione dell’immobile. I ponti termici sono delle zone dell’edificio nelle quali si ha dispersione di calore. Il motivo delle dispersioni in questi punti critici è dovuto al fatto che in queste zone la trasmittanza è superiore rispetto alle altre parti che compongono l’edificio. La trasmittanza rappresenta l’energia, il flusso di calore, che attraversa l’elemento costruttivo sottoposto a differenza di temperatura (tra interno ed esterno dell’edificio) in un determinato lasso di tempo.

 

Risanamento delle murature: intonaci deumidificanti

Il principio alla base dell’intonaco macroporoso è cedere più acqua per evaporazione rispetto a quella assorbita per capillarità. L’applicazione dell’intonaco macroporoso, tuttavia, non elimina la risalita capillare di acqua nella muratura ma favorisce soltanto lo smaltimento dell’umidità, soprattutto nei periodi di stagione calda e secca. E’ necessario anche che l’intonaco non assorba l’acqua piovana proveniente dall’esterno, per questo motivo è indispensabile l’utilizzo di malte di calce e pozzolana o calce idraulica, sebbene meno resistenti meccanicamente, sono caratterizzate da un minor modulo elsastico, da una bassa rigidità e da una struttura porosa che li rende altamente traspiranti e in grado di sopportare le contrazioni termo igrometriche senza fessurare e causare distacchi. Sono idonei per applicazione sia come intonaco interno, sia come intonaco esterno, in quanto mostrano buona resistenza al dilavamento.

 

Risanamento delle murature: barriere chimiche

Il metodo dello sbarramento chimico consiste nell’immissione di “formulati liquidi” in fori sub-orizzontali realizzati alla base della muratura secondo uno schema che dipende dalla tipologia di muratura e della natura del prodotto. Si tratta di prodotti idrofobizzanti che hanno l’effetto di rendere idrofobe le pareti dei capillari abbassando le forze di adesione solido-liquide. Di conseguenza l’acqua non avrà più affinità con le pareti del capillare e non vi sarà più risalita da terra.

 

Ultima modifica il 10 Lug 2020

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